La nostra storia

Il fondatore

Angelo Nova

La nostra azienda fu fondata nel 1937 da ANGELO NOVA che, diplomato alla scuola d’arte di Brera, mise in pratica la sua abilità di incisore nella costruzione di stampi per la gomma e per le resine fenoliche e ureiche.
Nel 1939 fu creato il reparto per lo stampaggio a compressione dei termoindurenti e fino al 1950 la ditta si occupò della produzione di particolari con questi materiali e dei relativi stampi.
Di questo periodo vanno ricordate le realizzazioni nel settore della componentistica elettrica, civile e, dal 1947, dei trenini elettrici in scala H0 della RivaRossi, inizialmente prodotti in resina fenolica.

Nel 1950 iniziò l’introduzione dei materiali termoplastici. Per il polistirolo collaborammo con la Montecatini nella messa a punto della resina da stampaggio. Successivamente arrivarono il Polimetacrilato (PMMA) e le Poliammidi (Rhodiatoce). Nel 1958 la DuPont de Namour affidò a Garzanti la distribuzione del poliossido di metilene (POM) che, con le poliammidi, costituiva il primo nucleo dei materiali per uso tecnico (tecnopolimeri). Il professore Natta del Politecnico di Milano inventò il polipropilene.

Alla fine del 1958 la ditta si trasferì dalla via Poliziano a Milano, nella attuale sede di Baranzate dove fu costruito il primo stabilimento in Italia appositamente progettato per la trasformazione delle materie plastiche. Il trasferimento nella nuova sede fu l’occasione per un incremento delle attrezzature per l’officina costruzione stampi e del reparto termoplastici. La nuova sistemazione permise anche l’adozione della mensa oltre che un miglioramento dei servizi.

Gli anni ’60 furono caratterizzati da una grande espansione nell’utilizzo delle materie plastiche: apparve la macchina a vite/punzonante (che permise una trasformazione più accurata e affidabile), si ampliò la gamma dei materiali e, di conseguenza, le applicazioni nella meccanica leggera (macchine da scrivere, da calcolo e da cucire), negli elettrodomestici e, nell’allora nascente, industria elettronica. Anche nel reparto termoindurenti ci furono delle novità con l’introduzione dei forni a radiofrequenza che migliorarono notevolmente la qualità degli stampati. Acquisimmo come cliente la società Olivetti di cui fummo i primi e, per alcuni anni, unici fornitori di componentistica in materiale plastico. Entrammo nel settore dell’automobile con la realizzazione, per conto della società Bendix, di difficili parti dell’impianto frenante (dopo oltre 30 anni Bendix, attualmente Bosch Sistemi Frenanti, è ancora un nostro importante cliente).

Nel 1973 la ditta, da individuale, divenne Società a Responsabilità Limitata. Gli anni ’80 sono stati caratterizzati dal processo di razionalizzazione che l’industria della trasformazione delle materie plastiche, ormai matura, esigeva. Gradualmente vennero alienate le macchine per lo stampaggio a compressione/transfer dei termoindurenti e sostituite con 8 macchine a vite/punzone opportunamente da noi modificate per lo stampaggio dei “pistoni per servofreni”. Queste 8 macchine per circa 20 anni arrivarono a produrre 200.000 di questi pezzi al mese che venivano inviati, oltre che in Italia, in Francia, Germania, Polonia, Spagna, Argentina e Turchia. In questo periodo venne gradualmente abbandonata, per ragione di costi, la costruzione interna di stampi, pur restando l’officina meccanica il fulcro della nostra attività di innovazione e manutenzione stampi. Venne incrementata la progettazione degli stampi con la creazione di una società esterna. Furono definiti gli standard e la normalizzazione degli stampi. Vennero adeguati a questi standard tutti gli stampi esistenti. Fu un lavoro enorme che dà tutt’ora i suoi frutti: abbiamo ancora in produzione stampi di 30-40 anni fa.

Negli anni 90 è proseguita l’opera di razionalizzazione e ammodernamento del reparto termoplastici, dell’officina di manutenzione degli stampi, dei magazzini con l’impiego totale dei sistemi a microprocessore. Questo lavoro di razionalizzazione ci ha portato a progettare e costruire delle periferiche alle presse di stampaggio per ottimizzare il processo di produzione. Queste periferiche provvedono al trattamento e recupero, in modo ottimale, della materia prima e degli sfridi di lavorazione, alle modalità di esercizio dello stampo e di evacuazione dei pezzi.

Il 2000, secondo la nostra tradizione, ci trova nella posizione di vantaggio tecnologico che tutti ci riconoscono e siamo ben determinati a mantenere in futuro questo vantaggio. Il presente ci vede impegnati ancora ad un cambio di tecnologia. Le presse comandate completamente da motori elettrici ci hanno convinti che il limite tecnologico del nostro processo può essere ancora alzato, difatti abbinato all’utilizzo di Superpolimeri possiamo veramente entrare in campi fino a un decennio fa impensabili.